Vedi locandina sotto l’articolo
LA “PASTASCIUTTA ANTIFASCISTA” DEI FRATELLI CERVI
I sette fratelli Cervi, Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore, nati fra il 1901 e il 1921, a Campegine, un piccolo borgo in provincia di Reggio Emilia, erano i figli di Alcide Cervi e di Genoeffa Cocconi. Appartenevano a una famiglia di contadini con radicati sentimenti antifascisti e spiccate attitudini per l’innovazione nelle tecniche agrarie. Alla caduta del fascismo, il 25 Luglio del 43, la famiglia Cervi, per festeggiare la fine della dittatura, insieme ad altre famiglie portò in piazza la pastasciutta nei bidoni del latte, offrendola a tutti i gli abitanti del paese. E quel piatto di maccheroni conditi con burro e formaggio fu davvero – per quel periodo di privazioni – un piatto della festa.
Dotati di forti convincimenti democratici, padre e figli presero attivamente parte alla Resistenza. Fin dall’inizio della seconda guerra mondiale casa Cervi diventò punto di riferimento del dissenso contro il fascismo e la guerra, e in seguito rifugio per soldati di diverse nazionalità e partigiani. Insieme ai figli maschi, Alcide costituì la cosiddetta “Banda Cervi”, dedita alla lotta partigiana. Arrestati dai fascisti, tutti e sette i fratelli furono torturati e poi fucilati il 28 dicembre 1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia. Gli è stata conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare. La “pastasciutta” è diventata un simbolo della lotta al nazifascismo, e viene come tale offerta in molti paesi e città in tutta Italia. Alcide Cervi è morto nel 1970, a 95 anni. Oltre 200.000 persone hanno partecipato ai suoi funerali.
“Mi hanno sempre detto… tu sei una quercia che ha cresciuto sette rami, e quelli sono stati falciati, e la quercia non è morta… la figura è bella e qualche volta piango… ma guardate il seme, perché la quercia morirà, e non sarà buona nemmeno per il fuoco. Se volete capire la mia famiglia, guardate il seme. Il nostro seme è l’ideale nella testa dell’uomo”
(Dal discorso di Alcide Cervi alla consegna di una medaglia d’oro recante l’immagine di una quercia con sette rami spezzati e sette stelle dell’Orsa)