QUESTO E’ IL MANIFESTO DEGLI SCIENZIATI RAZZISTI (ci può essere un ossimoro più assurdo di questo?) PUBBLICATO SUL GIORNALE D’ITALIA IL 14 LUGLIO 1938, ALLA VIGILIA DELLA PROMULGAZIONE DELLE LEGGI RAZZIALI………
A settembre, con la nostra Presidente Carla Nespolo, a Oristano parleremo di leggi razziali, e forse si capirà meglio cosa significhi essere antifascisti oggi. Significa non solo tramandare la memoria di chi ha lottato o combattuto per la libertà di tutti, ma difendere i valori della Resistenza incarnati nella Costituzione: democrazia, pace, solidarietà, rispetto dei diritti dei cittadini e dei popoli.
Significa respingere razzismo e discriminazioni, non farsi condizionare dalla paura e dalla necessità di avere un nemico esterno sul quale far ricadere le colpe di tutto quello che va male. Significa avere il coraggio di opporsi ai deliri di onnipotenza di capi e capetti, e tenere la schiena dritta. SEMPRE!
Per chi crede che l’istruzione, o la “cultura”, da sole, possano bastare a tener lontane aberrazioni come questa, ecco i nomi e i titoli degli “scienziati razzisti”, come risulta dal comunicato del PNF, datato 25 luglio 1938: ” Erano presenti i fascisti dott. Lino Businco, assistente di patologia generale nell’Università di Roma, prof. Lidio Cipriani, incaricato di antropologia nell’Università di Firenze direttore del Museo Nazionale di antropologia ed etnologia di Firenze, prof. Arturo Donaggio, direttore della clinica neuropsichiatrica dell’Università di Bologna, presidente della Società italiana di psichiatria, dott. Leone Franzí, assistente nella clinica pediatrica dell’Università di Milano, prof. Guido Landra, assistente di antropologia nell’Università di Roma, sen. Nicola Pende, direttore dell’Istituto di patologia speciale medica dell’Università di Roma, dott. Marcello Ricci, assistente di zoologia all’Università di Roma, prof. Franco Savorgnan, ordinario di demografia nell’Università di Roma, presidente dell’Istituto centrale di statistica, on. Sabato Visco, direttore dell’Istituto di fisiologia generale dell’Università di Roma e direttore dell’Istituto nazionale di biologia presso il Consiglio nazionale delle ricerche, prof. Edoardo Zavattari, direttore dell’Istituto di zoologia dell’Università di Roma. Il sardo LINO BUSINCO fu il primo firmatario del Manifesto, e ricoprì in seguito prestigiosi incarichi volti alla “difesa della pura razza ariana” (nella quale, non senza difficoltà e discussioni furono inseriti anche i Sardi), tra i quali il più significativo, almeno per come poi si sviluppò la storia, fu quello di “membro del Comitato segreto italo-germanico per le questioni razziali “, insieme a Himmler ed Hess!