Al link di seguito l’intervista rilasciata oggi a www.repubblica.it dal Presidente Smuraglia.
http://www.repubblica.it/politica/2016/05/19/news/partigiani_referendum_intervista_smuraglia-140160345/?ref=HREC1-16
Ufficio stampa ANPI Nazionale
Al link di seguito l’intervista rilasciata oggi a www.repubblica.it dal Presidente Smuraglia.
http://www.repubblica.it/politica/2016/05/19/news/partigiani_referendum_intervista_smuraglia-140160345/?ref=HREC1-16
Ufficio stampa ANPI Nazionale
18 Maggio 2016
Eccoci nuovamente con la News. Avevo messo a disposizione il mio incarico di Presidente, nel momento in cui scadeva il mio mandato. Il Congresso, però, si è espresso in modo molto diverso, con una richiesta corale di continuare. Non ho potuto oppormi e il Congresso si è pronunciato, rieleggendomi Presidente con voto unanime.
Eccoci dunque a ricominciare, anzi a continuare, riprendendo il dialogo, solo temporaneamente interrotto. Parliamo anzitutto del Congresso nazionale, per dire che è andato benissimo. A tutte le sedute ha partecipato, costantemente, più del 90% dei delegati (una media di 345 presenze giornaliere, di cui il 30% donne); sono stati presenti, complessivamente, un centinaio di invitati.
La discussione si è svolta con ampiezza (94 interventi, di cui 31 di donne); tuttavia non abbiamo potuto ascoltare tutti quelli che avrebbero voluto parlare, nonostante avessimo preso ogni misura possibile per riuscirci, ma davvero, vi è stata una richiesta molto ampia di intervenire, tanto che – se avessimo potuto (superando le difficoltà economiche) – avremmo dovuto prolungare il Congresso di almeno un giorno. A prescindere dalle dolorose esclusioni, delle quali chiediamo scusa a tutti coloro che le hanno dovute subire, il dibattito c’è stato ed è stato ricchissimo. A partire dalla tavola rotonda sui “giovani”, bella e seguita con molta attenzione da parte del già vasto “pubblico” del primo giorno.
Non ho visto contrasti animati, né tantomeno discussioni animose, anche se sono state espresse opinioni diverse, non solo sui temi principali, ma anche su quelli che erano emersi dai Congressi sezionali e provinciali (la Commissione politica ha lavorato, l’ultima sera, fino alla una e trenta circa, non per dirimere contrasti, ma per migliorare i testi).
Si è cercato di cogliere tutti gli spunti utili per ampliare ed approfondire il dibattito. Del resto, la stessa relazione generale introduttiva del congresso aveva preso atto di diversi punti della riflessione, emersi dai congressi preparatori, arrivando così, di per sé, ad un primo approfondimento del documento congressuale politico. Quest’ultimo, già approvato dalla stragrande maggioranza dei congressi provinciali, è stato poi sottoposto al voto assieme – appunto – alla relazione introduttiva ed il risultato è stato quello di una approvazione pressoché unanime (solo tre astensioni, rispetto a 347 voti favorevoli), sulla quale – peraltro – è calato il silenzio da parte di quasi tutti gli organi di informazione.
Un raro esempio di democrazia, di questi tempi, che l’ANPI ha potuto fornire grazie all’impegno dei delegati, al senso di appartenenza, ad una volontà fortissima di salvaguardare quel bene fondamentale che è l’unità dell’Associazione, pur nel pluralismo delle idee.
Quanto al tema che – a rigore – non era compreso nel documento originario (la posizione dell’ANPI sulla riforma costituzionale, la legge elettorale e il referendum), ma è stato dibattuto in quasi tutti i congressi ed anche nel congresso nazionale, l’orientamento che era emerso dei congressi, in misura larghissima, in piena concordanza con la decisione adottata dal Comitato nazionale del 21 gennaio 2016, è stata ulteriormente rafforzato, se è vero che sottoposti a votazione, insieme, il documento politico nazionale e la relazione introduttiva del congresso, su di essi si è realizzato quel consenso pressoché unanime, di cui ho già detto.
Il tutto corroborato dal larghissimo consenso creatosi attorno alla relazione del presidente uscente, la cui posizione era arcinota; consenso manifestato dapprima con la convinta e calorosissima adesione espressa al termine dello svolgimento della relazione, poi col voto di cui ho detto ed infine con la rielezione, con voto unanime, del Presidente Smuraglia, “nonostante” le posizioni da lui espresse in modo nettissimo, sulla materia, da oltre due anni.
Questo non significa, naturalmente, che non ci siano stati e non ci siano anche dissenzienti, su questo specifico tema; essi hanno parlato, nel Congresso, ed hanno esposto le loro motivazioni; ascoltati da una maggioranza ben convinta delle proprie ragioni, ma non rissosa e tutt’altro che prevaricatrice (qualche intemperanza da parte di alcuni, è stata rapidamente composta).
Da ciò, la conclusione sostanzialmente unitaria, pur nel proclamato rispetto di tutte le opinioni, essendo stato, peraltro, chiarito dal Presidente, nella sua Relazione, così come in alcune precedenti circolari, che il dissenso è assolutamente lecito, ma non può manifestarsi in forme di contrapposizione rispetto alle decisioni adottate ed in modi tali da recare danno all’immagine complessiva dell’Associazione.
Infine, il congresso si è concluso con un’ampia discussione e con alcune votazioni sui documenti congressuali, oltre a quelli fondamentali, già citati. Molti emendamenti ed ordini del giorno erano stati acquisiti dalla commissione politica, anche perché in gran parte già assunti nella stessa relazione introduttiva del congresso. Su quelli sui quali c’era stata particolare discussione si è votato, liberamente e senza contrasti.
Infine, sono stati eletti gli organismi dirigenti, prima di tutto il Presidente, e poi il nuovo Comitato nazionale, composto non da “pochi intimi”, come alcuni ritengono, ma da 37 membri, assicurando sia il pluralismo sia la diffusa rappresentanza territoriale. È così che il Congresso si è concluso positivamente, e con entusiasmo (i consueti abbracci di saluto fra delegazioni, le foto ricordo, e così via, tutte manifestazioni non rituali di fraternità e amicizia).
È in questo contesto che si è verificato, l’ultimo giorno, un episodio sgradevole. Un quotidiano nazionale, che fino ad allora non si era accorto che ci fosse un Congresso, che si fosse discusso in una “Tavola rotonda” del futuro dei giovani, che infine fosse in corso un ampio e pacato dibattito, a differenza di quanto avviene in molte sedi politiche, si è improvvisamente accorto che l’ANPI era divisa, addirittura “spaccata” (“Da Bolzano a Grosseto, partigiani divisi dal referendum”); ed ha pubblicato un articolo con nomi, cognomi e provenienza, a suggerire al lettore chissà quali conflitti disastrosi per l’Associazione.
Il solito comportamento di una certa stampa, che delle grandi manifestazioni del 25 aprile coglie solo il piccolo incidente (sempre deprecato, ovviamente) in fondo ad un grande corteo ampiamente e pacificamente partecipato, e non perde occasione per sottolineare i lati presuntivamente negativi, senza evidenziare gli aspetti veramente importanti di una manifestazione oltremodo significativa. Peccato che nell’operazione si siano lasciati coinvolgere alcuni delegati, facendo dichiarazioni di cui il giornalista sarà stato particolarmente felice; tant’è che la “questione” è stata subito ripresa, addirittura sulla prima pagina dello stesso quotidiano nazionale, che peraltro, non può fare a meno di ripetere il contenuto delle circolari dell’ANPI, che dichiaravano e dichiarano legittimo il dissenso, non pretendono affatto ubbidienza assoluta, ma chiedono una cosa che a me continua a risultare ovvia, che cioè chi dissente non “remi contro” e non faccia il gioco dei “critici” dell’Associazione, quelli che solo ora hanno scoperto che c’è stato un Congresso, molto partecipato e con larghissimo confronto, salutato – con nobilissime parole – dai messaggi del Presidente della Repubblica e dei Presidenti delle due Camere.
Mi spiace molto che l’ANPI susciti “malinconia” sulla stampa, proprio in uno dei suoi momenti più alti. Io – semmai – ho un’altra malinconia, quella di chi vorrebbe una informazione veramente completa ed esauriente e invece deve periodicamente constatare che interessano più i “sussurri e le grida”, che non le questioni di fondo e gli eventi dotati di un reale significato.
Un ulteriore conferma viene da “Il Foglio” di questa mattina, che non si è occupato, per tre giorni del Congresso nazionale dell’ANPI; ma adesso, si è svegliato perché c’è sentore di scontri e di divisioni. E si infilano una serie di “perle”, una più significativa dell’altra. La decisione di gennaio: una “riunione verticistica, fra pochi intimi”; per la verità, il 21 gennaio si è riunito il Comitato nazionale, il massimo organismo dirigente dell’Associazione, si è discusso, come si era già fatto anche in una precedente riunione e si è deciso a stragrande maggioranza. Sarebbe questa la riunione “verticistica”?
Nel riportare la circolare che precisa: “il diritto al dissenso ed i suoi limiti”, la si liquida con una stentorea parola: “ridicolo”.
Si ammette, a denti stretti, che la decisione “fra pochi intimi” è stata confermata dal Congresso, ma ci si guarda bene dal dire con quale maggioranza.
Si ricorre perfino ad una anziana partigiana per farle dire, testualmente: “inquietante il fatto che una decisione così importante come il referendum non sia stata messa in discussione in Congresso, ma addirittura in una riunione di vertice” (ma dove era, questa compagna, dal 12 al 15 maggio e su quali fonti si è informata?).
Il termine corretto, per parlare di questo tipo di articoli, non è certamente quello che hanno usato loro, cioè “ridicolo”. In realtà è pietoso questo modo di fare disinformazione. Le opinioni, ovviamente, sono sempre lecite, ma dovrebbero basarsi su fatti e partire da un’informazione completa ed esauriente. Naturalmente, nessuno di questi “appassionati” dell’ANPI ha messo piede a Rimini, nessuno ha letto il messaggio delle più alte cariche dello Stato, nessuno è stato informato che nel Congresso ci sono stati ben 94 interventi, che le riunioni delle Commissioni si sono protratte fino a tarda notte e che il voto finale è stato espresso a grandissima maggioranza. Che “tristezza”, direbbe Gian Antonio Stella. E questa volta sarei d’accordo con lui.
Noi andiamo avanti, perché c’è bisogno di lavoro, d’impegno e di riflessione. Ho già convocato il nuovo Comitato nazionale per martedì prossimo e in quella occasione discuteremo anche di tutto ciò che è emerso dal Congresso e delle reazioni di cui ho parlato.
Ora, comunque, torniamo al lavoro, dopo la “pausa” congressuale, col grande impegno che la situazione richiede, ma anche con la soddisfazione e la gioia di aver partecipato ad un grande momento di democrazia.
Carlo Smuraglia, presidente nazionale Anpi
Carissimi, il nostro valoroso Presidente Carlo Smuraglia è stato rieletto alla guida dell’ANPI nel corso del 16° Congresso, conclusosi ieri, 15 Maggio. Il suo discorso, improntato alla difesa appassionata dei nostri valori, ha suscitato l’entusiasmo dei partecianti, che gli hanno tributato un interminabile applauso e una emozionante standin ovation. Ecco di seguito il mio messaggio di congratulazioni.
Caro Presidente, desidero esprimerLe tutta la mia gratitudine per il Suo indefesso impegno per la difesa e la promozione dei valori costitutivi dell’ANPI. Mi permetta di formularLe le più vive congratulazioni per la Sua rielezione. Un caro saluto. Carla Cossu, ANPI Oristano.
In occasione del 16° congresso dell’ANPI desidero rivolgere un caloroso saluto ai dirigenti, ai delegati e ai numerosi giovani che hanno deciso di iscriversi all’Associazione per raccogliere e interpretare ancora, nel tempo nuovo, l’eredità ideale, morale, spirituale della Resistenza, che aprì per il nostro popolo la strada della Liberazione e della Democrazia.
La testimonianza dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha reso un tributo importante alla memoria, e dunque all’identità del paese, contribuendo a mantenere sempre viva la speranza di pace, di libertà, di uguaglianza tra le persone, di rispetto della legalità contro ogni sopraffazione.
Si tratta di valori perenni, tanto più da tutelare in epoche in cui appaiono messi in discussione i fondamenti di libertà e di solidarietà su cui sono cresciute le società europee dopo la seconda guerra mondiale.
La memoria non è un accessorio di scarso valore, né un freno all’innovazione. È, invece, un bene costitutivo di ogni comunità e antidoto contro il ripetersi di avventure di stampo neonazista e neofascista.
Nella scelta della Repubblica il 2 giugno del 1946 e nei principi della Costituzione si è rispecchiata la voglia di riscatto del paese, avvilito dalla dittatura e dalla guerra e soggiogato dagli occupanti.
L’impegno per l’affermazione dei valori della persona e dell’umanità intera non può conoscere soste e riguarda tutti: istituzioni elettive, magistratura, forze di polizia, istituti educativi, l’intera società civile.
L’ANPI può favorire un dialogo con i giovani, con le scuole, con i corpi intermedi affinché i valori fondanti del nostro ordinamento siano ancora generativi di giustizia, di etica pubblica, di condivisione, di coscienza dei diritti e dei doveri.
La democrazia, edificata a prezzo di enormi sacrifici, è nelle nostre mani. Nessuna conquista è di per sé definitiva. Dobbiamo esserne all’altezza per rafforzarla e allargarne continuamente le sue basi.
Decisivo è anche il destino del progetto europeo: nel mondo globalizzato, l’Europa unita è la dimensione necessaria per affermare valori di cooperazione internazionale e valorizzare il nostro modello politico e sociale, che si è affermato proprio in seguito alla guerra di Liberazione.
L’antifascismo che voi giustamente indicate come tratto identitario della vostra Associazione e della Costituzione Repubblicana, divenne la chiave di apertura della nuova Italia verso un nuova Europa.
Su questa strada dobbiamo ancora proseguire, vincendo paure, chiusure ed egoismi, cercando di realizzare nuovi traguardi a beneficio dei nostri concittadini e del mondo intero.
Con questo spirito, cordialmente auguro a tutti voi un buon lavoro.
— Sergio Mattarella
foto di A.N.P.I. Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
SPETT.LE AREAS
ASSOCIAZIONE REGIONALE
EX ESPOSTI AMIANTO SARDEGNA
VIA C. MELONI, 2,
-ORISTANO-
Spett.le Associazione,
con la presente desidero eprimerVi, anche a nome dei Componenti del Comitato Provinciale ANPI Oristano, solidarietà e sostegno per la Vostra lotta, tesa al riconoscimento di diritti fondamentali – costituzionalmente garantiti – quali quello alla salute, alla sicurezza sul lavoro, alla protezione ambientale e paesaggistica.
Peraltro da sempre l’ANPI, oltre alla celebrazione e al ricordo degli Eroi dell’Antifascismo e della Resistenza, è in prima linea proprio per la tutela dei Diritti e dei Valori democratici e repubblicani che innervano la nostra Costituzione.
Con la preghiera di massima diffusione della presente, Vi porgo i più cordiali saluti. Carla Cossu
IL PRESIDENTE ANPI
PROVINCIA DI ORISTANO
M. Carla Cossu
IL COMITATO PROVINCIALE
Michela Cuccu
Giampiero Enna
Umberto Massa
Pinuccia Sechi
ORISTANO, 30 APRILE 2016